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Etica e Dev: il momento è adesso

Perché parlo di etica ai Dev? Perché sono un Dev! Mi diverto con i computer da quando avevo 6 anni. Partendo dai giochi, ho iniziato prima a smontarli e poi a programmarli. Lavoro dal 1998 come programmatore, sviluppatore, analista, e tutti i nomi e aggettivi che sono nati nel frattempo. Oggi mi occupo di AI e di Etica e le due cose non sono in disaccordo o antagoniste, al contrario. Adesso vi spiego il perché.

Nei miei studi STEAM ho visto correlare storia, filosofia, etica, sociologia, psicologia con Intelligenza Artificiale, Business Intelligence, Data Analisi. Un percorso dove ogni conoscenza aveva una sua funzione, in base a degli obiettivi e a dei protagonisti. Due punti di vista però molto lontani: business e persone. Persone viste come customer, clienti, utenti, asserviti al business. Altre prospettive dove la persona era al centro, e il business un mezzo.

Non ero pronto per parlare di Etica

Mi ci sono voluti anni per capire che il movimento era già in atto, ero io a non essere ricettivo. Quando sono stato invitato a far parte del primo gruppo di lavoro su AI ed Etica, nel 2016, non avevo nessun buon auspicio: mi aspettavo il solito parlare di aria fritta e di nessuna cosa concreta. Non fui smentito, il gruppo esiste ancora come pagina web, ma non fa nulla e non si riunisce più. Un gran blaterare, ma niente di concreto o di analizzabile, tante buone intenzioni.

Al secondo gruppo di lavoro, attivo dal 2018, non avevo nemmeno intenzione di partecipare. Non avevo tempo da perdere, c’è sempre da lavorare. Non riuscivo a capire cosa potessi portare io che professionisti come il professor Floridi e il professor Chiriatti non stessero già facendo alla grande. Cosa ci azzeccavo io?
Partecipai come favore alla associazione di cui facevo parte, per sostituire un socio che stava per diventare papà. Mi presentai giusto per onor di firma, e venni travolto.

Etica e casi reali

Trovai gli inizi di un framework strutturato per collaborare tra politici, sociologi, filosofi, tecnici, teologi e chiunque volesse apportare il proprio punto di vista, la propria esperienza, la propria culturale (nazionale, linguistica, artistica), la propria morale. Obiettivo mettere la persona al centro del dibattito, non parlare di cose astratte: partire da casi concreti già accaduti.

Un approccio analitico, dove nominare Bloch non è per farsi due risate (il video sul professor Barbero è spassosissimo).

Dove chi scrive AI è importante quanto ogni altro pezzo della catena. Perché si è parte fondamentale del processo. Perché si vede da vicino come è stato pensato e messo in atto un sistema. Perché è complicato legiferare su cosa sia lecito o non lecito, e rispetto a chi. Perché solo con la formazione e la consapevolezza ognuno di noi può prendere le sue decisioni. Questo è lo scopo ultimo, che ognuno di noi scelga consapevolmente e non agisca come un autonoma esegui task.

Così ho finalmente capito perché io. Perché come lavoro e formazione posso, nel mio piccolo, fare da ponte tra due mondi che sembrano rette parallele e invece sono fortemente intrecciate. Quando, tre anni fa, iniziai a proporre talk su Etica e AI alle conferenze Tech, vedevo la scintilla e il dubbio. C’era interesse, ma il mercato non era pronto, noi Dev non eravamo ancora pronti.

Codemotion ed Etica

Quest’anno ho portato a Codemotion, che è sempre un passo avanti e non ringrazierà mai abbastanza, il panel su Etica e AI. Individuare i panelist (Andrea Saltarello, Pamela Gotti e Salvatore Sanfilippo), è stato semplice, convincerli quasi. Vedevo nei loro occhi la mia stessa preoccupazione: perché io, ci ascolteranno, sarò all’altezza?
Non nascondo che la paura di entrare in sala e trovarla deserta è stata tanta, proprio tanta. Nell’organizzare il tutto, Francesco Sciuti ha giustamente suggerito una figura di spicco e voce autorevole. Ci ho pensato a lungo, il mio io interiore era super felice di poterlo avere come ospite. Alla fine però, con rammarico, ho scelto diversamente.

Mi sono rimesso il cappello da Dev e mi sono detto: se vengono a sentirci è perché siamo Dev, perché parliamo la loro stessa lingua, perché parliamo di qualcosa che ha realmente toccato la nostra esperienza diretta. Sono sicuro che il professor Benanti avrebbe fatto lo stesso, e molto meglio di me, ma il rischio che fosse avvertito come estraneo era alto, quest’anno. L’anno prossimo sarebbe diverso perché il tetto di cristallo è stato infranto.

Valutazione del panel, con 4,5 su 5.
Valutazione del panel, con 4,5 su 5.

La sala era stracolma. Le porte in fondo aperte. Ragazzi e ragazze seduti per terra lungo tutta la sala. Abbiamo parlato di Etica e nuove tecnologie al Codemotion davanti a centinaia di persone e lo abbiamo fatto bene, voto finale di 4,5 su 5. Lo abbiamo fatto da Dev per Dev, parlando di casi reali e scelte fatte da Dev, da diverse parti del mondo.
Il momento è adesso, è sempre il momento di parlare di etica, come cittadini, professionisti, persone.